CANCEROGENICITA’ DEL CONSUMO DI CARNE. Uno studio da precisare e confermare

Lancet Oncology (PIIS 1470-2045(15)00444.1, full text published on line 26/10/15)
V.Bouvard et al. on behalf of IARC Working Group.
In questo Report viene riferito che in Ottobre 2015 ventidue esperti da 10 differenti paesi si sono incontrati per l’International Agency for Research on Cancer (IARC) a Lione (Francia) per valutare la esistenza di dati sulla cancerogenicità del consumo di carne fresca e carne conservata/processata. Tali valutazioni saranno pubblicate in extenso nel vol 114 delle monografie dell’ IARC.
Per carne rossa fresca si intende carne da muscolo di mammifero non processata (beef, veal, pork, lamb,mutton, horse, goat) consumata cotta. Per carni processate si intende carne che sia stata trasformata con salazione,fermentazione,affumicazione ecc. La gran parte di questi prodotti processati sono a base di pork or beef ma possono contenere anche altre carni rosse , pollo, frattaglie o bioprodotti come sangue. Manipolazioni della carne possono contenere sostanze cancerogene chimiche così come il cuocere può anche produrre differenti sostanze chimiche note o sconosciute che sono cancerogene. Fatte queste premesse gli esperti hanno considerato che nei vari paesi in tutto il modo si possono estrapolare due gruppi di persone : uno si alimenta con carne rossa con 50-100g al giorno tutti i giorni ed un altro con più di 200g tutti i giorni. Un gap dello studio e’ che non vengono riferite le variabili concernenti l’allevamento e le modalità di produzione (processazione) nei e di cottura nei vari paesi.
Il Working Group ha analizzato ben 800 studi epidemiologici effettuati in varie nazioni di differenti continenti che riferiscono di associazione o meno tra alimentazione con carni rosse e carne trattata/processata ed incidenza di cancro soprattutto del Colon-Retto.
Valutando la correttezza e riproducibilità dei vari studi, dati sulla associazione tra consumo di carne rossa con cancro del colonretto sono evidenziabili in 14 studi soprattutto nelle casistitiche di paesi ad alto consumo di carne ed in soggetti appunto che si alimentano con almeno 200 grammi di carne rossa al giorno.
Una associazione positiva tra cancro del colonretto e consumo di carne processata è stato rilevato in 12 su 18 studi. Ma per quanto riguarda la carne processata non sono definibili le quantità giornaliere per soggetto.
Pertanto si riscontrerebbe che l’associazione positiva degli studi di cui sopra comporterebbe un aumento della incidenza di cancro del colonretto del 17/18%.
Dobbiamo saper che in Europa l’incidenza nella popolazione generale di cancro del colon retto è circa di 30 casi per 100.000 persone per anno e un incremento del 18% per alto consumo di carne porterebbe ad una incidenza di circa 35 casi per 100000 per anno.
Per altri tipi di cancro (soprattutto prostata e pancreas) potrebbe esserci una correlazione positiva, ma non vengono riferiti dati più precisi.
Gli autori stessi comunque sottolineano che gran parte degli studi potrebbero essere parzialmente inficiati dalla presenza di variabili non valutate e non valutabili come etnicità, differenti diete, differenti stili di vita, consumi di altre sostanze, situazioni ambientali ,ecc .
In conclusione dalla disamina degli studi valutati si può dire che il consumo di carne processata incrementa l’incidenza di cancro del colon (vedi percentuali sopra riportate) e che il consumo di carne rossa è probabilmente cancerogenico nell’uomo ma forse anche in relazione alle varie modalità di cottura.
Comunque è evidente che una analisi retrospettiva di 800 studi che peraltro seleziona come validi solo una trentina di questi richiederebbe un ulteriore sforzo internazionale per uno studio prospettico esteso che cerchi di escludere meglio le numerose variabili presenti negli studi esaminati dall’IARC che ne inficiano il valore statistico.
Probabilmente i dati pubblicati, lungi dall’essere definitivi ed indiscutibili, hanno importanza scientifica nell’ottica di stimolare, migliorare, ed estendere le future ricerche e non dovrebbero avere rilevanza nel condizionare la vita di tutti noi.
Prof Giulio De Rossi